La professione del futuro? È il Project Manager: ma l’inglese è fondamentale


La professione del futuro? Appartiene al Project Manager, cioè quella strategica figura, che,  strutturato in azienda o come freelance, opera come responsabile dell’organizzazione e della programmazione di uno o più specifici progetti. Una professionalità davvero rilevante, viste le sfide in termini di flessibilità e di operatività che le aziende si trovano ogni giorno di più ad affrontare per via del mutato scenario di mercato.

22 milioni di posti di lavoro tra 2017 e 2027

La figura del Project Manager è così centrale che, secondo quanto rilevato dal report del Project Management Institute (PMI), l’autorità mondiale in fatto di project management, tra il 2017 e il 2027 la domanda aumenterà di un impressionante 33%, offrendo ben 22 milioni di nuovi posti di lavoro.

Questa tendenza si riscontra anche in Italia. Come segnala Business Insider, attualmente, solo nel nostro paese, sono quasi 1600 gli annunci di lavoro di aziende che ricercano un project managerI guadagni per questi professionisti sono inoltre importanti. Secondo la Hays Salary Guide lo stipendio medio di un project manager junior con 2-5 anni di esperienza si aggira tra i 40mila e i 65mila euro annui.

Le competenze di un Project Manager

Ma quali sono le competenze richieste a un project manager? Tradizionalmente, ad avvicinarsi a questa posizione sono laureati in ingegneria o in economia, ma a seconda dell’ambito aziendale nel quale si opera chiunque, da qualsiasi percorso di studio può intraprendere la professione di Project Manager.

Fondamentale è la capacità di problem solving (il pane quotidiano del project management), la capacità di organizzare il lavoro, di lavorare in team e di maneggiare strumenti primari del lavoro come il diagramma di Gantt, un tipo di diagramma utilizzato per organizzare il flusso temporale di più task coordinati tra loro.

Certificazione PMP e inglese: due condizioni fondamentali

Ancor più fondamentali sono tuttavia due concreti elementi. Il primo è l’ottenimento del certificato PMP (Project Management Professional) o, tutt’al più, del CAPM (“Certified Associate in Project Management”), certificazioni rilasciate proprio dal Project Management Institute dopo la frequentazione di specifici corsi e il sostenimento di un esame. Il secondo è la perfetta conoscenza della lingua inglese, la lingua ufficiale del Project Management, che all’unisono tutti gli annunci di lavoro in questo ambito richiedono. Bene quindi non solo ottenere il PMP o il CAPM, ma anche una certificazione Cambridge che attesti indubitabilmente la conoscenza avanzata dell’inglese.

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Perché l’inglese è determinante?

Perché l’inglese è così importante? Perché il Project Manager si occupa per lo più di coordinare, in grandi aziende multinazionali, lo svolgimento di progetti spesso internazionali. Oppure è richiesto da aziende più piccole per portare a termine lo sviluppo di specifici progetti per conto di clienti internazionali. Pertanto è davvero impossibile intraprendere questa bella e redditizia professione senza un livello di inglese almeno C1 o C2 (Proficiency).