Sei uno studente della scuola secondaria, ma ancora non hai capito bene come funzioni la didattica CLIL e come riuscire a stare al passo con le lezioni? O sei un genitore preoccupato, perché hai notato le difficoltà dei tuoi figli nello studio delle materie che prevedono l’immersione linguistica? O magari sei un insegnante che vorrebbe investire il proprio bonus docenti nello studio dell’inglese e, perché no, prepararsi alla docenza in lingua straniera (qui troverai alcune delle le informazioni necessarie alla preparazione del TKT CLIL)?
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Didattica CLIL: cos’è e come funziona
Il termine CLIL, creato da David Marsh e Anne Maljers nel 1994, è l’acronimo di Content and Language Integrated Learning, ovvero apprendimento integrato di lingua e contenuto.
Questo significa che la metodologia CLIL si propone come approccio didattico di tipo immersivo, puntando allo sviluppo dell’abilità comunicativa e all’apprendimento di una lingua straniera attraverso l’acquisizione delle conoscenze disciplinari di una materia scolastica non linguistica.
La didattica CLIL ha infatti il duplice obiettivo di:
- focalizzarsi tanto sugli aspetti grammaticali e comunicativi della lingua straniera prescelta;
- focalizzarsi sulla disciplina insegnata.
La Riforma della Scuola Secondaria di secondo grado avviata nel 2010, ha introdotto l’insegnamento in lingua straniera veicolare anche negli ordinamenti scolastici italiani, inserendolo successivamente come priorità del Piano per la formazione dei docenti 2016-2019. Il nuovo Piano di formazione intende infatti innalzare il livello delle competenze linguistico-comunicative degli allievi con particolare attenzione a questa metodologia didattica.
Come si può riscontrare anche sul sito del MIUR:
“Le scuole di ogni ordine e grado hanno attivato sperimentazioni di contenuti veicolati in una lingua straniera. L’insegnamento di una disciplina in lingua straniera è obbligatorio nell’ultimo anno dei licei e istituti tecnici. Nei Licei Linguistici l’insegnamento è previsto a partire dalla classe terza in una lingua straniera e dalla classe quarta in un’altra lingua straniera. […] Ciò favorisce sia l’acquisizione di contenuti disciplinari sia l’apprendimento della lingua straniera”.
Il CLIL in sintesi: cosa, dove, quando e perché
Cosa:
Il percorso CLIL
- Permette l’apprendimento e l’insegnamento di materie non linguistiche in lingua straniera;
- Propone un approccio innovativo all’insegnamento;
- Permette un’educazione interculturale;
- Stimola l’educazione plurilingue e la motivazione all’apprendimento di contenuti disciplinari in lingua straniera.
Non più insegnare e imparare la lingua straniera, ma insegnare e imparare attraverso la lingua straniera. Il contenuto didattico rimane il nucleo dello studio e dell’insegnamento della materia, tuttavia viene veicolato in una lingua che non è più la nostra lingua materna. La lingua veicolare viene appresa incidentalmente: costituisce solo il mezzo attraverso cui i contenuti sono veicolati.
La studio della lingua diventa soprattutto uso di un linguaggio specialistico: l’inglese per l’economia, o per l’informatica, per le scienze o la fisica, ecc. Le lezioni, i compiti in classe e le interrogazioni svolte attraverso la didattica CLIL diventano la situazione ideale, privilegiata, in cui gli studenti sono stimolati a utilizzare registri diversi per comunicare in diversi contesti e situazioni professionali.
Si alterneranno, quindi, General English (apprendimento della lingua in senso generale e secondo diversi livelli) e ESP-English for Specific Purposes: lo studio della lingua per scopi specifici e secondo le necessità legate ad un particolare settore professionale.
Dove e quando:
Quali scuole hanno avviato il CLIL? Quando si comincia?
La Riforma della Scuola Secondaria di Secondo Grado (D.P.R. 15 marzo 2010, nn. 87-89) prevede che:
- nei Licei linguistici si insegni una disciplina in una lingua straniera a partire dal terzo anno e si proceda con una seconda disciplina in una seconda lingua straniera dal quarto anno in poi;
- in tutti i Licei, aa partire dal quinto anno, si insegni una disciplina non linguistica in lingua straniera;
- negli Istituti tecnici, sempre a partire dal quinto anno si insegni una disciplina non linguistica in inglese.
Il CLIL nell’Esame di Stato:
La disciplina in lingua straniera sarà inoltre oggetto d’esame nella terza prova scritta e nella prova orale.
- Per quanto riguarda la terza prova scritta, la scelta della tipologia e dei contenuti da parte della Commissione terrà assolutamente conto della modalità con le quali l’insegnamento CLIL è stato attivato;
- Mentre, per quanto riguarda la prova orale, rispetto alla disciplina insegnata con la metodologia CLIL, il colloquio accerterà anche in lingua straniera le competenze disciplinari acquisite.
Perché:
Ma quali sono i reali vantaggi di questo nuovo percorso?
- Una maggiore facilità nell’apprendimento linguistico rispetto ai metodi tradizionali;
- L’opportunità di utilizzare immediatamente la lingua straniera come strumento comunicativo;
- L’opportunità di apprendere mediante lo svolgimento di attività diversificate;
- E, infine, l’opportunità di apprendere una disciplina insieme all’acquisizione di un’altra lingua.
Le difficoltà dello studio in inglese
Nonostante ciò, conosciamo bene le difficoltà che i ragazzi, e spesso gli stessi docenti, possono incontrare lungo questo percorso. Studiare o insegnare in un’altra lingua può risultare estremamente complesso, soprattutto se non si è in possesso delle sufficienti competenze linguistiche che dovrebbero essere state acquisite in precedenza. Questo può portare gli studenti ad avere difficoltà nello studio della materia, nelle prove di valutazione (come interrogazioni e compiti in classe), portando lo studente a scoraggiarsi o addirittura a dover recuperare a settembre.
È molto importante, quindi, sottolineare quanto sia ormai fondamentale lo studio dell’inglese in un contesto come quello presente, in cui anche la scuola si sta via via adeguando alle nuove metodologie didattiche. È fondamentale rimanere al passo, colmare le lacune attraverso un studio disciplinato e puntuale della lingua, per non rischiare che sia troppo tardi.
Essere docente CLIL: requisiti e obiettivi
L’insegnamento CLIL, ovviamente, spetta al docente della disciplina non linguistica. Il profilo del docente CLIL deve caratterizzarsi per il possesso di competenze linguistico-comunicative nella lingua straniera di livello C1 e di competenze metodologico-didattiche acquisite al termine di un corso di perfezionamento universitario, i cui CFU variano sulla base dell’esperienza d’insegnamento del docente.
I docenti dovranno quindi seguire e superare:
- i corsi necessari al raggiungimento del livello C1 nella lingua straniera in base al Quadro Comune Europeo di Riferimento (per maggiori informazioni sul sistema dei livelli dai un’occhiata anche qui);
- il corso di perfezionamento per acquisire le competenze necessarie alla metodologia CLIL.
Alla fine di questo percorso formativo, il docente dovrà:
- Padroneggiare, nella lingua straniera, un linguaggio specialistico che gli permetta di gestire i contenuti disciplinari;
- Possedere una certificazione di livello c1 nella lingua veicolare.